La Chiesa, lungo i secoli, ha sempre cercato di dedicare una cura particolarmente attenta alla formazione dei nuovi pastori. Il discernimento e l’accompagnamento della vocazione al presbiterato è anche oggi uno degli ambiti più delicati dell’azione della Chiesa; alcune importanti indicazioni del magistero orientano questo cammino formativo.
Il Concilio Vaticano II nel decreto Optatam totius assegna all’intera comunità cristiana la responsabilità di stimare, curare e far crescere le vocazioni al sacerdozio ministeriale (n.2) e orienta la formazione dei seminari allo scopo pastorale (n.4). Lo stesso decreto indica anche alcune prospettive affinché la formazione sia adeguata al tempo e al luogo del futuro ministero: la priorità di una matura e approfondita vita spirituale in amicizia con Cristo e nella sequela del suo Vangelo (n.8); l’educazione al senso ecclesiale e all’obbedienza (n.9), l’educazione libera e consapevole alla scelta della castità per un amore indiviso (n.10); l’importanza dell’impegno culturale e degli studi teologici e filosofici (nn.13-18); l’educazione al dialogo (n.19), allo spirito missionario (n.20) e la disponibilità alla cura della formazione e dell’aggiornamento permanente (n.22).
Altro importante documento magisteriale è l’Esortazione apostolica di Giovanni Paolo II Pastores Dabo Vobis del 1992, in particolare il capitolo V dedicato alla “formazione dei candidati al sacerdozio”. Anche alla luce di questa esortazione si colloca la Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis (Ratio) ad opera della Congregazione per il clero, il cui ultimo aggiornamento è del 2016. Questo documento struttura le tappe e le dimensioni della formazione nei seminari. Pur nella doverosa predisposizione di un Progetto formativo specifico, ogni seminario si deve adeguare alle norme che sono stabilite nella Ratio.
Alcune nuove indicazioni per l’aggiornamento della formazione sono arrivate anche dal recente magistero e dai nn. 163 e 164 del Documento finale del Sinodo dei vescovi sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.