Doni dello Spirito

Ministeri del Lettorato e Accolito – Domanda di Ammissione

Ma…che cosa fate in Seminario? É la domanda che più volte mi è capitato di ascoltare non come banale curiosità, ma derivante dal desiderio sincero di essere vicino ad un luogo che può sembrare un po’ misterioso…anche dal punto di vista logistico, dal momento che l’edificio del Seminario Vescovile è situato fuori città, sul colle di Muggiò, in un ambiente silenzioso, ma soprattutto perché non è evidente a molti in che cosa consista la proposta formativa che la Diocesi offre a coloro che si mettono in cammino per diventare preti.

Innanzitutto, si potrebbe dire che un giovane entra in seminario e ne condivide il percorso di formazione se si sente interpellato dalla domanda che Gesù rivolge all’apostolo Pietro: «Mi ami tu?» (Gv 21,16). A questo interrogativo è sospeso ogni istante dell’itinerario di vita che, anno dopo anno, si snoda tra studio, preghiera, confronto con i formatori, impegno nel servizio alle parrocchie…il tutto nell’esperienza della vita comunitaria che diventa il luogo in cui ognuno impara a ‘mettersi il grembiule’ (cfr Gv 13,4) trovando la propria identità di uomo nel fare di sé un dono libero e gratuito per tutti.

Durante questo cammino ogni seminarista è chiamato a vivere momenti particolarmente intensi che diventano occasione anche per interrogarsi circa la decisione iniziale ed insieme per crescere in essa. Prima di giungere alla Ordinazione diaconale, e, in seguito, a quella presbiterale, i seminaristi sono chiamati a presentare al Vescovo la domanda per essere ammessi tra i candidati all’Ordine sacro. É un passaggio importante, perché in esso confluisce il percorso precedente, vissuto nella riservatezza, ma che ora si esprime in una celebrazione nella quale il Vescovo dice di accogliere il desiderio espresso dai candidati e lo conferma con la sua responsabilità di Pastore della Diocesi.

Quest’anno sono quattro i seminaristi che domenica 30 aprile, alle ore 16.30 vivranno questo momento nella Basilica di sant’Abbondio in Como, circondati dalla comunità del Seminario, dalle loro famiglie, da preti che hanno conosciuto, da parenti ed amici. Sono: Paolo Piasini, Lorenzo Bongio, Emanuele Sosio, Edoardo Della Vigna.

Qualche giorno prima, venerdì 28 aprile, in seminario vivremo un altro evento che vedrà coinvolti due seminaristi, Daniel Degli Esposti e Giovanni Ballerini, ai quali il Vescovo Oscar conferirà il ministero del Lettorato; ed altri tre ai quali conferirà il ministero dell’Accolitato. Sono Carlo Tettamanti, Mauro Cavallaro e Nicola Bergomi. 

I due ministeri non sono ormai più riservati solo a coloro che si preparano al sacerdozio ministeriale da quando, con la Lettera apostolica di Papa Francesco Spiritus Domini (2021), tutti i battezzati, sia uomini che donne, possono essere chiamati a ricevere tali ministeri. Essi sono quindi come frutti che rendono visibile la maturazione nella grazia del Battesimo.

Nella liturgia i ministeri non sostituiscono il Signore Gesù, quasi fosse assente, ma sono il segno visibile di Lui che «cammina davanti alle sue pecore, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce» (cfr Gv10,4). In particolare, chi esercita il ministero del Lettore si mette a servizio del dialogo tra Dio e il suo popolo: “Nei libri sacri il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con essi” (Dei Verbum n. 21). Non si tratta quindi di compiere una mera azione materiale (leggere un testo) ma chi legge la Parola di Dio nella Liturgia, e non solo in quella eucaristica, si fa strumento di grazia. Questo richiede da parte di ogni Lettore l’attenzione dell’ascolto e la familiarità con il testo biblico perché la Parola possa giungere con efficacia nel cuore di tutti coloro che compongono l’assemblea.

Il ministero di Lettore, inoltre, si può esprimere anche in altri luoghi dove si raduna un gruppo di battezzati e/o di catecumeni, come, ad esempio: gruppi che si riuniscono per ascoltare il Vangelo, o nelle RSA e negli ospedali o come animazione di ogni attività pastorale che trova nella Parola rivelata la luce che guida e conforta.

Anche il ministero dell’Accolito non rimanda solo al compimento di un rito liturgico, ma orienta chi lo riceve ad avere cura di tutto il Corpo mistico di Cristo nella persona di ogni battezzato, e non solo. Si tratta di aiutare chi si avvicina alla vita della Chiesa e chi in essa già ‘abita’ a gustare il senso della comunione fraterna; si tratta anche di promuovere la partecipazione sempre più profonda di tutti e di ciascuno alla celebrazione liturgica. L’Accolito non deve attirare l’attenzione su di sé, ma suscitare l’incanto per la presenza di Cristo risorto che spezza il Pane donando se stesso.

La comunità del Seminario insieme alle parrocchie della Diocesi accoglie come dono dello Spirito la presenza di ogni Ministero perché risplenda la presenza forte e tenera del nostro Salvatore.

don Giuseppe Romanò, padre spirituale