Abbiamo chiesto a due amici del coro di raccontarci brevemente come hanno vissuto le prove di questi mesi e la preghiera dell’Inno Akathistos. Amici: la parola non è scelta a caso o per circostanza, dal momento che dice di come si è formato il nostro coro anche quest’anno, perché chi ha partecipato è stato invitato da un amico, che ha pensato che questo modo di stare insieme, soprattutto nel canto e nella preghiera, potesse essere un’opportunità per lui di vivere qualcosa di bello. Ma lasciamo la parola ad Elisa e Francesca.
Per un paio di mesi mi sono presa l’impegno di andare alle prove dell’Akathistos… ma cos’è esattamente? Ignoravo l’esistenza di questo inno, ma mi sono fidata della proposta di Mauro che era sicuro mi sarebbe piaciuta come esperienza di fede. Dato che non l’avevo mai sentito, né tantomeno cantato, mi era difficile immaginare come potesse risultare la serata, il 7 dicembre. Ed eccoci: in un attimo è arrivato il giorno in cui avremmo cantato davanti a tutti. Ma quante persone sarebbero arrivate? Saremmo stati in grado di pregare attraverso il canto, e far pregare gli altri? O si sarebbero addormentati tutti? Che emozione entrare, posizionarsi e iniziare a cantare! E che bello vedere quante persone erano venute a sentirci! Anzi, a pregare con noi, con il nostro aiuto, la “Vergine e Sposa”. Dopo un po’ di ansia iniziale, ho iniziato a godere del canto, e a farlo sempre più come preghiera, guidata dalla dolcezza delle parole e della melodia.
Elisa Di Carli, comunità pastorale B.V.B.
Da qualche anno, ho la fortuna di partecipare al coro che al 7 dicembre esegue l’inno Akathistos in seminario. Ho detto fortuna non a caso, perché questa esperienza è unica. Innanzitutto cantare tutti insieme ci fa sentire uniti e ci eleva lo spirito. Poi ci sono le prove settimanali che sono una bellissima occasione per conoscere nuove persone e approfondire amicizie già in atto. La sera dell’inno, la direzione di don Saverio è sempre molto affascinante: una grande lezione per me guardando la sua passione, delicatezza e attenzione per ogni nota. Per concludere, grazie a tutti i cantori e seminaristi che hanno condiviso questa esperienza unica con me, il canto dell’Akathistos è davvero qualcosa di magico, che permette di invocare gioiosamente la Madonna perché “chi canta prega due volte!”
Francesca Maestri, parrocchia di Ronago