Settimana di formazione Biennio

Da lunedì 24 a giovedì 28 gennaio, dopo un’intensa e produttiva sessione di esami, i seminaristi del  biennio (prima e seconda teologia), accompagnati dal rettore don Alessandro Alberti e dal padre spirituale don Alberto Erba, hanno fatto le valigie e sono partiti in direzione Aprica, per una quattro giorni di formazione. Finalmente, dopo lo studio matto e disperatissimo, una bella gita!

Per il pranzo di lunedì, ci siamo fermati a Postalesio, ospiti della casa dell’Operazione Mato Grosso, abitata da Angelina, Martina e Maddalena. Qui padre Lorenzo Salinetti ci ha posto una domanda, la stessa che si è fatto quando 10 anni fa è tornato dal Perù, con il compito di proseguire la sua missione in Valtellina: come parlare di Dio oggi, permettendo a tutti di camminare con Lui e verso Lui? Ha anche tentato di abbozzare una risposta, in base alla sua esperienza e alla sua preghiera. La chiave è in tre parole: carità (solo con Dio si riesce a compierla veramente, anche verso chi non vorremmo), povertà (è necessario far spazio a Dio nel nostro cuore) e semplicità (è un attributo di Dio, ma è molto difficile da realizzare nella nostra vita, l’essere trasparenti richiede penitenza). Non bisogna poi avere paura di fare proposte alte a chi le richiede.

Per il pranzo ci hanno raggiunto Sofia, Alessandro, Michele e Francesca, i ragazzi e le ragazze che una settimana al mese fanno un’esperienza di convivenza a Postalesio. È stata una bella occasione per confrontarci sulla vita comune, sulle sue gioie e sulle sue problematiche, e su come gli adolescenti oggi possano vivere una vita vera.

Ci siamo poi spostati ad Aprica, dove siamo stati accolti dal parroco don Claudio Rossatti e abbiamo condiviso la cena con don Luca Giudici e don Gianluca Salini, vicari a Tirano e a Grosio, che hanno raccontato come stanno vivendo il loro ministero nei rispettivi oratori. Anche durante la serata abbiamo avuto modo di parlare di ragazzi e giovani: come annunciare loro il Vangelo? Come far vivere la tensione all’infinito, quel cerchio sempre aperto e mai chiuso, che c’è dentro ognuno di noi?

Martedì siamo stati ospiti di don Francesco Quadrio e don Stefano Rampoldi, parroci dell’unità pastorale di Teglio e Castello dell’Acqua. Compagni di messa e amici, sono stati chiamati a collaborare nella guida delle 5 parrocchie della comunità. Con loro abbiamo provato a rispondere a varie domande: come essere preti? Come essere parroci? Come vivere il tempo del seminario?

Proprio il seminario è la base di tutto: è lì che si impara ad essere preti. Per questo è importante vivere e non subire il tempo del seminario, in cui si costruiscono le fondamenta della vita presbiterale, nella formazione spirituale ed intellettuale e nella fraternità, come ben dimostrano don Francesco e don Stefano.

Dopo un pranzo a base di pizzoccheri, siamo scesi a Tirano, dove abbiamo incontrato a cena i giovani e gli adolescenti in oratorio. Davanti ad una pizza abbiamo chiacchierato e poi giocato tra noi, nella semplicità.

Mercoledì mattina, don Claudio e don Augusto Azzalini ci hanno mostrato la parrocchiale di San Pietro e il santuario di Maria Ausiliatrice. Ci siamo poi divisi per una giornata sulla neve: alcuni di noi sono andati a sciare, altri a camminare. Infine, in serata, cena con don Angelo Mazzucchi, parlando di missione.

Così, senza accorgercene, siamo giunti a giovedì mattina. Caricate le valigie sul pulmino, siamo passati al santuario della Madonna di Tirano, affidando a lei i tanti nomi, che corrispondono ad altrettanti volti, incontrati e conosciuti in questi giorni intensi. Nel pomeriggio, dopo il pranzo e la visita alla Cascina don Guanella a Valmadrera, siamo finalmente giunti in seminario.

Una volta tornati, cosa rimane? Le persone, la fraternità vissuta (non sempre facilmente) tra noi, ma soprattutto tante domande. Come parlare di Dio? Come essere preti? Come vivere il tempo del seminario? Interrogativi a cui si può solo provare a dare una risposta, iniziando ad intraprendere una strada con il dono della propria vita. E questo vale per tutti: preti, seminaristi, laici, giovani, ragazzi. E noi che pensavamo che le domande degli esami fossero difficili…