“Ego in eis, et tu in me, ut sint consummati in unum”, ovverosia “Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità” (Gv 17,23). Queste sono le parole scolpite sull’altare della cappella del Pontificio Seminario Lombardo di Roma, dove più volte abbiamo celebrato l’Eucaristia durante le nostre vacanze estive, dal 25 al 30 agosto, e che possono sintetizzare i sei giorni vissuti insieme. Ma raccontiamo tutto con ordine.
Giovedì 25 agosto, alle 6 di mattina, la comunità del seminario si è ritrovata per la partenza verso Roma, dove siamo arrivati nel pomeriggio. Dopo la sistemazione al Lombardo, abbiamo visitato la vicina basilica di Santa Prassede, con i meravigliosi mosaici rappresentanti vari passaggi dell’Apocalisse, soffermandoci soprattutto su quelli dell’arco absidale, rappresentanti Cristo-Agnello in trono, con il rotolo dai sette sigilli: solo chi si dà gratuitamente per amore, come Cristo, può sciogliere i sigilli del libro e comprendere il senso della vita.
Venerdì 26, in mattinata, abbiamo camminato fino alla basilica di San Lorenzo al Verano. Quale luogo migliore per pregare per i futuri diaconi Alessio, Tommaso, Roberto e Simone, se non quello in cui è conservato e venerato il corpo di san Lorenzo? In seguito, abbiamo conosciuto la figura della serva di Dio Chiara Corbella e abbiamo pregato sulla sua tomba, meditando la frase scritta su di essa: «L’importante nella vita non è fare qualcosa, ma nascere e farsi amare». Nel pomeriggio, siamo stati accolti dalle monache agostiniane del Monastero Santi Quattro Coronati, presso il quale abbiamo celebrato i vespri e la Messa, dopo aver visto i meravigliosi affreschi duecenteschi dell’Aula Gotica, rappresentanti i mesi dell’anno, le virtù e le beatitudini.
Sabato 27, giornata lunga e intensa. In mattinata, siamo andati al Pontificio Seminario Romano Maggiore, dove don Marco ci ha illustrato gli affreschi della chiesa, realizzati da padre Rupnik e dall’Atelier d’Arte e Architettura del Centro Aletti nell’aprile 2021, i quali descrivono la storia della salvezza, che inizia nell’Antico Testamento (i cui episodi sono rappresentati lungo la navata) e giunge a compimento nel Nuovo Testamento in Cristo, raffigurato nell’abside e nel transetto. Abbiamo concluso la visita affidandoci alla Madonna della Fiducia, particolarmente venerata dai seminaristi romani, nella piccola cappella a lei dedicata.
Nel pomeriggio, il motivo per cui siamo venuti in vacanza a Roma: il concistoro pubblico durante il quale il nostro vescovo Oscar Cantoni è stato creato cardinale. La lunga fila sotto il sole per entrare in San Pietro circondati da volti provenienti da tutti i continenti, tra cui si intravedevano non poche persone familiari (tanti sono giunti anche dalla nostra diocesi), la folla in Basilica, l’emozione al conferimento del titolo da parte del papa e i saluti al neo-cardinale in Aula Paolo VI hanno reso la giornata indimenticabile. Infine, in serata, incontro con don Fabio Pieroni, parroco in San Bernardo da Chiaravalle, parrocchia della periferia di Roma, che ci ha raccontato il suo ministero, ponendo l’accento sull’importanza della comunione tra confratelli.
La mattina di domenica 28 agosto abbiamo celebrato la messa presieduta dal vescovo Oscar, insieme ai pellegrini giunti dalla nostra diocesi, presso la Basilica di San Giuseppe al Trionfale, costruita da san Luigi Guanella. Nel pomeriggio, visita (con lauto pranzo) ad Ariccia e alla Basilica di San Sebastiano fuori le mura.
Lunedì 29, finalmente un po’ di relax con una giornata al mare, passata tra spiaggia e pineta, presso la casa di spiritualità Maria Consolatrice di Santa Severa, nella cui cappella abbiamo potuto ammirare altri mosaici realizzati da padre Rupnik e dal Centro Aletti. Infine, martedì 30 agosto: ultima visita, alle catacombe di Priscilla, con le tombe dei martiri e le pitture paleocristiane (tra cui le più antiche rappresentazioni della Madonna), poi pranzo e partenza. La giornata era però iniziata con l’ultima Messa celebrata a Roma, presieduta da don Ennio Apeciti, rettore del Seminario Lombardo, il quale, durante l’omelia, ha voluto commentare il versetto scolpito sull’altare: “Ego in eis, et tu in me, ut sint consummati in unum”. Don Ennio ci ha invitato a lasciarci svuotare e consumare, per realizzare una piena comunione con i fratelli in Cristo: questo è ciò che siamo chiamati a compiere come cristiani, e ancor più come seminaristi e, se Dio vorrà, futuri preti.
Questa è anche la chiave di lettura delle nostre vacanze: tante persone incontrate, sia fisicamente (dalle monache di clausura alla folla cosmopolita del concistoro), sia nelle opere d’arte che hanno realizzato (dalle pitture paleocristiane ai mosaici di Rupnik), sia nel luogo del loro ultimo riposo in terra (dai primi cristiani delle catacombe a Chiara Corbella al Verano). Che cosa le unisce? E cosa unisce noi, come comunità del seminario? Solo qualcosa di così grande che è in grado di andare oltre lo spazio e il tempo, qualcosa che in realtà è Qualcuno. Qualcuno che, donandosi gratuitamente per noi, ci ha insegnato il verso senso della vita. Qualcuno che tutti i giorni, nell’Eucaristia, ci regala la comunione vera tra noi. Qualcuno che ci ha reso tutti fratelli, figli adottivi del Padre in lui. Qualcuno di nome Cristo.
Paolo Piasini