Dal 27 al 30 aprile, quali rappresentanti della nostra comunità, abbiamo partecipato al 65° Convegno missionario nazionale dei seminaristi, organizzato presso il Seminario vescovile Giovanni XXIII di Bergamo da Missio Consacrati, dal tema: “Vocazione: vivere per dono”.
Per raccontarvi il convegno, potremmo snocciolare i numeri di questa edizione: 130, come seminaristi da tutta Italia (e non solo); 4, come i giorni di incontri, laboratori e testimonianze; 3, come i vescovi presenti; 2, come i rappresentanti del nostro seminario… ma proseguendo così risulteremmo pedanti e noiosi. Potremmo allora proporvi la cronaca dettagliata di ogni giornata, ma questo lavoro è già stato egregiamente svolto dai giornalisti di Missio Italia. Non ci resta dunque che narrarvi la nostra esperienza personale, descrivendo anche i momenti meno formali, che non troverete negli altri articoli dedicati al convegno.
Partiamo quindi dal principio: ecco la prima giornata. Durante il caffè di benvenuto, prima dell’apertura dei lavori, sono nati i primi discorsi, iniziati inevitabilmente con queste parole, pronunciate in tutti gli accenti possibili, dal piemontese, al sardo, al siciliano: «Come vi chiamate? Da dove venite? Quanti siete in seminario?». Ecco solo alcune delle risposte: Reggio Emilia, Torino, Padova, Milano, Bergamo, Siracusa, Ozieri… (diocesi di circa 40mila abitanti con ben 9 seminaristi in teologia al Pontificio Seminario Regionale Sardo!).
Poi, dopo l’introduzione di don Valerio Bersano, responsabile di Missio Consacrati, e di don Giuseppe Piazzoli, direttore di Missio (qui), i vespri. Che bello cantare e pregare insieme in così tanti! Abbiamo rivissuto la prima lettura della Messa di martedì 26 aprile, il giorno precedente: “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola” (At 4,32). Con questo versetto si possono descrivere non solo questo, ma tutti i momenti di preghiera comunitari del convegno, sia quelli in plenaria, come le lodi e le Messe, sia quelli vissuti solo tra noi due, come le compiete in camera da letto.
Infine, dopo cena, una divertente serata di animazione preparata dai seminaristi di Bergamo, durante la quale abbiamo potuto iniziare a conoscerci meglio.
La seconda giornata, dopo la colazione e le lodi, si è aperta con la lectio magistralis di monsignor Beschi, vescovo di Bergamo, sul tema del dono (qui), a cui ha fatto seguito la testimonianza di mons. Prastaro, vescovo di Asti, che ci ha raccontato cosa ha imparato dalla sua esperienza di fidei donum in Kenya (qui). Dopo pranzo, il tempo libero è stato occupato da una partita di calcio: questa proprio non poteva mancare in un convegno di seminaristi italiani!
Nel pomeriggio, ci siamo divisi in gruppo per una serie di laboratori sul tema del dono, scambiandoci esperienze e condividendo le impressioni su quanto ascoltato durante la mattinata, prima di celebrare insieme la Messa presieduta da mons. Beschi.
Per concludere, in serata, gli amici di Bergamo ci hanno raccontato la storia del beato Alessandro Dordi, fidei donum diocesano, ucciso il 25 agosto 1991 dai terroristi di Sendero Luminoso a Chimbote, in Perù (qui un bel video che racconta la sua vita). Per noi, il ricordo è subito andato a Giulio Rocca, martire della carità nato a Isolaccia, che ha bagnato con il suo sangue la stessa terra, assassinato dagli stessi guerriglieri (se non lo conoscete, ecco una brevissima biografia).
Nella mattinata del terzo giorno, abbiamo assistito a una tavola rotonda con vari missionari fidei donum della diocesi di Bergamo: don Gian Domenico Epis, che ha speso sedici anni in Costa d’Avorio ed ora è parroco a Grassobio, Daniele ed Elisa Restelli, coppia che ha vissuto tre anni e mezzo in Bolivia, e Anna Sobatti, giovane che ha trascorso l’esperienza del Covid in Albania, paese nel quale stava collaborando ad un progetto umanitario allo scoppio della pandemia. Infine, il mattino si è concluso con il racconto di padre Gianfranco Testa, che dopo una vita in missione tra Argentina (dove ha anche subito l’incarcerazione da parte della dittatura militare), Nicaragua e Colombia, al ritorno in Italia ha fondato l’Università del perdono (qui l’articolo dal sito di Missio).
Nel pomeriggio, una bella visita alla cattedrale di Sant’Alessandro e alla basilica di Santa Maria Maggiore, ci ha permesso di conoscere la storia della diocesi ospitante. A seguire, S. Messa presieduta da mons. Vegezzi, vescovo ausiliare di Milano e delegato per l’evangelizzazione e la cooperazione tra i popoli della Conferenza episcopale lombarda.
Durante la serata, grande gioco all’interno di tutto il seminario di Bergamo: divisi in sei squadre, cercando vari indizi e intervistando i sospettati, abbiamo dovuto cercare il colpevole dell’assassinio di un vescovo bergamasco del Seicento (per la cronaca, entrambi abbiamo fatto parte della squadra vincente).
Infine, quarta e ultima giornata, durante la quale don Giuseppe Pizzoli, ha prima presentato le conclusioni, condividendo con tutti la lettera ai seminaristi italiani, frutto dei laboratori di gruppo (qui) e poi presieduto la Messa finale, durante la quale abbiamo ricevuto il mandato missionario.
Infine, eccoci giunti ai saluti: abbracci, pacche sulle spalle, scambio di numeri di telefono, proliferare di gruppi Whatsapp. Dopo aver caricato la valigia in macchina, si torna in seminario: ci aspettano un sabato e domenica in parrocchia. Partiamo portando nel cuore nuovi volti, nuove relazioni, nuove amicizie. In poche parole: nuovi doni che il Signore ci ha regalato in questi quattro giorni. Sapremo metterli a frutto? Ancora non lo sappiamo, è molto presto. Di sicuro c’è solo una cosa : non vediamo l’ora di rivederci tutti insieme a Napoli l’anno prossimo, per il 66° Convegno missionario nazionale dei seminaristi!
Edoardo Della Vigna e Paolo Piasini