Domenica mattina, ore 7.50. Usciti dal Santuario della Madonna del Muschio di Malghera dopo la celebrazione delle lodi l’aria è pungente, il cielo limpido e sereno. I primi raggi del sole indorano le cime della Val Grosina, ricoperte da un velo di neve fresca, unico ricordo del maltempo dei giorni passati. Peccato sia già giunta l’ora di scendere a valle e tornare a Como. Ma raccontiamo gli avvenimenti con ordine.
Venerdì mattina, ore 7.50. Gli ultimi ritardatari corrono a caricare le valigie sui tre pulmini schierati davanti all’ingresso del seminario, è ora di partire. Lasciamo la città sotto un cielo plumbeo, che ci accompagna per tutta la giornata e nasconde dietro una coltre bianco-grigia le vette dei monti che fanno da corona alla Valtellina. La prima destinazione del viaggio è Tirano, dove celebriamo in Santuario la Messa alle 11. Durante l’omelia del padre spirituale don Alberto risuonano più di una volta le parole che la Vergine rivolse al Beato Mario: «Bene avrai!». Parole che hanno reso il Santuario un luogo di preghiera e che continuano ad essere vive ancora oggi, nelle tante grazie che la Madonna concede. A mezzogiorno, ci spostiamo in oratorio per il pranzo a base di pizzoccheri, a cui hanno partecipato anche alcuni preti dei vicariati di Tirano e Grosio. Dopo pranzo risaliamo sui nostri mezzi per raggiungere i 1965 metri di Malghera. Nonostante il maltempo, che obbliga gli autisti a condurre i pulmini nella nebbia, intuiamo la bellezza del posto: durante la salita lo sguardo si posa su boschi, prati e cascate da cartolina. Una volta sistemati, siamo invitati da don Alberto a pregare, meditare e condividere sul brano degli Atti degli Apostoli che i nostri novelli diaconi hanno scelto per la loro ordinazione, quello di Filippo e dell’etiope (At 8,26-40). Rileggendo gli incontri della nostra estate alla luce di questa parola, ci siamo accorti che spesso siamo stati guide per gli altri, come Filippo, ma forse ancora più spesso siamo stati guidati dalle persone che abbiamo incontrato, come l’etiope. Dopo cena il rettore don Alessandro, insieme agli altri educatori, presenta il calendario dell’anno gli incarichi di comunità: come in una casa, ogni seminarista si impegna a fare qualcosa, perché il luogo dove viviamo sia sempre più accogliente e ospitale.
Sabato mattina, dopo le lodi e la Messa, durante la quale don Giuseppe ci ha invitato a riflettere sulla parabola del seminatore mettendoci in guardia sulle eccessive occupazioni (anche buone, come famiglia e lavoro) che possono soffocare il seme della parola, scendiamo a valle per una mattinata artistico-culturale (e non solo). Il nuovo vicerettore don Gianluca, vicario uscente di Grosio, ci guida nella visita delle più antiche chiese della zona: San Gregorio a Ravoledo, San Giorgio a Grosio, Sant’Abbondio a Vione (un vero gioiellino!), il complesso della Pieve di Santo Stefano di Mazzo, con il battistero risalente all’ottavo secolo, da cui sono nate generazioni di cristiani (per molti secoli è stato l’unico della zona). Si risale per pranzo, pomeriggio libero: alcuni guardano la partita, altri giocano i carte. I più temerari sfidano il maltempo per raggiungere il lago Malghera e l’adiacente bivacco, testimoniando il loro passaggio con una firma sul registro. Infine, dopo cena, serata in compagnia con chitarra e canzoniere. Ci fa compagnia il novello don Simone, successore di don Gianluca.
Giungiamo così a domenica. Scendiamo di buon mattino a Grosio, dove ci uniamo alla comunità nel saluto a don Gianluca, tenutosi nella parrocchiale di San Giuseppe. Dopo il pranzo e i vespri nello splendido Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Grosotto, torniamo a Como.
Mentre siamo in coda sulla superstrada, si affastellano nella mente i pensieri sull’anno che sta per iniziare: novità fonte di entusiasmo e gioie, ma anche di dubbi e difficoltà . Man mano, però, osservando il cielo sereno, iniziano a risuonare nella testa le parole di Franco Battiato in Lode all’inviolato, “Le nuvole non possono annientare il sole”. Noi sappiamo Chi è la Luce che ci guida, più forte di ogni nuvola. Affidiamoci ancora una volta a Lui all’inizio di quest’anno di seminario.
Paolo Piasini, III teologia