“Vivere insieme è una scuola d’amore”- Messa di inizio anno

Mercoledì 4 ottobre, festa di San Francesco, patrono d’Italia, la comunità del seminario si è riunita nella nostra chiesa per celebrare la consueta Messa di inizio anno, presieduta dal nostro vescovo, Sua Eminenza Cardinal Oscar Cantoni. Di seguito riportiamo il discorso del rettore, l’omelia del vescovo e alcune foto della serata.

Saluto iniziale del rettore don Alessandro Alberti


Un caro saluto e grazie a tutti, in modo particolare al nostro vescovo Oscar che presiede questa Santa Eucaristia. Iniziamo ufficialmente un nuovo anno di Seminario e lo facciamo ringraziando il Signore ed affidando a Lui il nostro cammino.


Un anno che prevede non pochi cambiamenti, e forse anche qualche naturale preoccupazione, nell’organizzazione presente e futura della vita della nostra comunità. Affidiamo a Dio le scelte fatte e da farsi e tutto il lavoro di educatori, professori e personale che ringrazio sentitamente assieme ai tanti amici, sostenitori e benefattori del Seminario.

Affidiamo al Signore la collaborazione, soprattutto nell’ambito della formazione teologica e davvero in spirito di fraternità, con il Seminario di Venegono nella certezza che cammineremo bene insieme.
Affidiamo al Signore soprattutto le persone che “fanno” il seminario. Abbiamo accolto con gioia il nuovo vicerettore don Gianluca e, tra i docenti, nuovo professore di diritto canonico, don Alberto Dolcini. Vorrei ringraziare ancora di vero cuore chi è partito e partirà; mi riferisco a don Enzo e a don Giuseppe che per anni e con tanta cura sono stati bravi formatori e ottimi compagni di strada.


Preghiamo e affidiamo al Signore poi, con affetto, i nostri seminaristi, pensando anche alle loro famiglie e parrocchie di origine. Benvenuti nel cammino di Propedeutica a Samuele, Giovanni, Samuele e in Seminario maggiore a Giovanni e Gabriele; benvenuto anche a fra Stefano che con gioia accogliamo nella nostra comunità. Un pensiero mi sembra bello vada anche a Nicola e a Manuel che vivono quest’anno il loro cammino di seminario in un’esperienza un po’ particolare a Taizè e in Albania. Sono certo che questa apertura e questo dono, farà molto bene a loro e pure a tutti noi.

Anche quest’anno abbiamo la felice coincidenza di celebrare questa Santa Messa d’inizio nel giorno della festa di San Francesco d’Assisi; penso che la sua celebre e stupenda preghiera davanti al Crocifisso di San Damiano sia per questi giovani e anche per noi, un po’ meno giovani, un bell’augurio e un bel programma.


“O alto e glorioso Dio,
illumina le tenebre del cuore mio.
Dammi una fede retta,
speranza certa,
carità perfetta,
umiltà profonda.
Dammi, Signore,
senno e discernimento
per compiere la tua vera
e santa volontà.
Amen.”

Omelia del vescovo Oscar

Cari fratelli, il Signore vi dona di vivere insieme questo nuovo anno di seminario, è una occasione grande che Egli vi offre per la vostra crescita interiore come discepoli di Cristo e quali suoi futuri apostoli.

Come ogni dono del Signore questo nuovo tempo esige però una necessaria appropriazione, cioè un far diventare vostra l’opportunità che vi è offerta e valorizzarla al meglio. Ogni stagione della vita si caratterizza per la sua unicità, per la sua originalità, e anche per la sua irrepetibilità.

Perciò il nuovo anno che inizia non è simile a quello scorso, presenta nuove occasioni di grazia, tipiche e imprevedibili. Vi esorto quindi a riprendere il nuovo anno considerandolo non già come uno simile ai tanti trascorsi, ma come una grazia nuova, anzi una nuova chiamata.

La chiamata del Signore presuppone uno sviluppo dinamico. Innanzitutto, perché, da parte del Signore che prende l’iniziativa di chiamarci, c’è un approfondimento graduale della sua volontà nei nostri confronti. Egli non ci parla una volta per tutte, ma la sua parola assume significati sempre più intensi.

A noi il compito e il fascino di imparare a decifrarla.

Anche da parte nostra, l’accoglienza della chiamata del Signore esige una progressiva comprensione.

Non manca nemmeno la fatica, la lotta per una risposta più personale, non condizionata dall’ambiente o da altre motivazioni alcune delle quali alla lunga potrebbero qualificarsi anche come spurie o inautentiche.

Quando il Crocifisso di San Damiano ha parlato a Francesco con quelle famose parole: “va’, ripara la mia Chiesa”, in un primo tempo San Francesco ha intuito che dovesse riparare la chiesa di mattoni senza cogliere sul momento tutti i significati più profondi. Solo successivamente, nel proseguo della sua esperienza di fede, Francesco ha compreso che la sua missione autentica consisteva nel prendersi carico della Chiesa, la sposa santa del Signore.

Incominciare un nuovo anno di seminario significa altresì accettare la fatica di accogliere i fratelli che il Signore vi dona. Non presumete di conoscerli, avendo già vissuto con loro altre stagioni di vita.

Tutte le persone evolvono, subiscono mutazioni a partire dalle situazioni storiche sempre nuove, dalla loro umanità che cresce, dalla loro corrispondenza o meno alla grazia del Signore. Noi non siamo più quelli di prima e neanche i nostri fratelli di seminario.

C’è un oggi che dice novità, avanzamento o arretramento, secondo i casi. S. Francesco ci ha insegnato ad amare il prossimo teneramente, come Gesù lo ha amato, di un amore umile, concreto, simile a quello di una madre, amore che si estende a ogni uomo fratello.

La vita fraterna è una continua scuola per imparare ad amare l’altro. E sappiamo bene che amare non è mai facile, soprattutto quando l’altro urta e contraddice le nostre convinzioni. Vivere insieme permette di far venire a galla la nostra autenticità, senza maschere e difese varie.

Vivere insieme è una scuola d’amore che ci insegna a rallegrarci del bene altrui come del proprio, fino ad amare anche quanti non ci sono utili. Si incarna di gesti materiali, quotidiani e del tutto gratuiti. Ricominciate, quindi, ogni giorno, mettendovi a confronto con Colui che ci ama per primo e ha dato tutto sé stesso per noi.

Il nuovo anno di seminario è l’occasione che Dio vi dona per svuotarvi del vostro io (ambizione, orgoglio, invidia, avidità, mormorazione) per desiderare di avere in voi stessi lo Spirito di Dio, così da vivere una vita nello Spirito, una vita nuova che lo Spirito produce in voi.

Al cuore del vostro cammino di fede non può esserci che la centralità di Dio Padre, il suo Cristo e lo Spirito, che chiamano ciascuno di noi alla comunione con la loro vita traboccante.

Al centro della visione di San Francesco si trova il mistero di Dio nella sua immagine trinitaria. Il Padre, origine e finalità ultima del tutto, il Verbo del Padre, che ha preso carne dalla nostra umanità e dalla nostra fragilità, lo Spirito Santo che non cessa di agire in noi. Il nuovo anno vi offra l’occasione di giungere a una maturazione teologica più piena, fino ad entrare in intimità con il mistero trinitario di Dio.