Da sabato 8 a lunedì 10 ottobre, il nostro seminario si è unito al pellegrinaggio diocesano a Roma in occasione della canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza originario di Fino Mornasco ed ex rettore del seminario minore. Le giornate vissute sono ancora vive nella memoria. Giornate piene, costellate di momenti informali tra noi e con gli altri pellegrini, in cui abbiamo gustato la gioia di camminare e di pregare insieme. Giornate culminate domenica, nella Canonizzazione in piazza San Pietro e lunedì, nella Santa Messa di ringraziamento presieduta dal nostro vescovo Oscar, seguita dall’Udienza con il Santo Padre.
Penso però che questi giorni possano essere riassunti in una frase che papa Francesco ci ha rivolto al termine dell’Udienza: «Siate santi e normali». Come ha subito commentato qualcuno di noi, esprimendo il pensiero di tutti, non è per niente un compito facile. Il Signore, però, ci ha scelto in Cristo “per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,4), quindi la santità dovrebbe essere la condizione abituale di ogni cristiano.
D’altronde, la santità e la normalità convivono negli ultimi santi e beati della nostra diocesi (e in tutti i santi, compresi quelli sconosciuti): Giovanni Battista Scalabrini, un vescovo normale, che svolgendo le visite pastorali legate al suo ministero si è accorto del dramma dell’emigrazione verso i paesi stranieri; Maria Laura Mainetti, una suora normale, che vivendo pienamente il suo essere consacrata nella vita quotidiana, si è fatta trasformare da Cristo arrivando a perdonare chi la stava uccidendo; Giuseppe Ambrosoli, un missionario normale, che seguendo la sua vocazione di medico e di pastore si è prodigato per i suoi malati fino alla morte. L’unica “anormalità” che ha distinto queste persone è stato l’affidamento a Dio, il rimanere saldi e centrati in lui, riuscendo così a essere costanti nel bene. È proprio questa la parte difficile, e che ci interroga nel profondo.
Come al solito, quindi, un pellegrinaggio non dà risposte, ma apre nuove domande, nuovi orizzonti, regala materiale su cui meditare sia singolarmente, sia come comunità: come possiamo essere giovani e seminaristi santi e normali, seguendo l’esempio di chi ci ha preceduto?
E voi che leggete non siete esentati da questa riflessione: come potete essere cristiani santi e normali?
Paolo Piasini