«Nella sua sollecitudine nei riguardi delle vocazioni sacerdotali la Chiesa di tutti i tempi si ispira all’esempio di Cristo. Sono state, e in parte lo sono tuttora, molto diverse le forme concrete secondo cui la Chiesa si è impegnata nella pastorale vocazionale, destinata non solo a discernere ma anche ad «accompagnare» le vocazioni al sacerdozio. Ma lo spirito, che le deve animare e sostenere, rimane identico: quello di portare al sacerdozio solo coloro che sono stati chiamati e di portarli adeguatamente formati, ossia con una risposta cosciente e libera di adesione e di coinvolgimento di tutta la loro persona a Gesù Cristo che chiama all’intimità di vita con lui e alla condivisione della sua missione di salvezza. In questo senso il seminario nelle sue diverse forme, prima che essere un luogo, uno spazio materiale, rappresenta uno spazio spirituale, un itinerario di vita, un’atmosfera che favorisce ed assicura un processo formativo così che colui che è chiamato da Dio al sacerdozio possa divenire, con il sacramento dell’Ordine, un’immagine vivente di Gesù Cristo Capo e Pastore della Chiesa».
Queste parole molto belle, tratte dal numero 42 dell’Esortazione Apostolica “Pastores dabo vobis” di san Giovanni Paolo II sono fondamentali nel cammino di formazione dei futuri preti e le condivido con gioia all’inizio di un nuovo anno di seminario. Infatti, dopo circa tre mesi che hanno visto i nostri seminaristi rientrare in famiglia per le vacanze ma anche inseriti con generosità nelle svariate iniziative estive delle parrocchie dove svolgono il servizio pastorale e in quelle di origine e con alle spalle anche la nostra settimana fraterna a Roma in concomitanza della creazione a cardinale del nostro vescovo Oscar, il 21 settembre abbiamo iniziato un nuovo anno di seminario
I primi due giorni hanno visto i ragazzi impegnati negli esami della sessione autunnale ma anche ben presi nel lavoro manuale di sistemazione di alcuni locali del seminario e nella pulizia del giardino… con l’optional per i più sportivi di una partitella al pallone. Poi abbiamo fatto, come d’abitudine, una “due giorni” di riflessione e di presentazione del camino comunitario di quest’anno con anche l’uscita al sabato per un ritiro spirituale a Santa Caterina del Sasso e la visita, con la partecipazione alla Santa Messa e l’incontro in Oratorio, nella comunità pastorale di Cugliate, Fabiasco e Marchirolo nelle Valli Varesine dove il parroco don Mario e tanta gente ci hanno riservato una splendida accoglienza.
Il venerdì sera in un’assemblea comunitaria ho presentato ai seminaristi il programma e le tappe di questo nuovo anno che si apre davanti a noi, con una riflessione iniziale proprio sul numero 42 della “Pastores dabo vobis”. Assieme a don Enzo (vicerettore), a don Giuseppe e don Alberto (padri spirituali) abbiamo pensato, guardando anche al percorso fin qui fatto insieme, di sottolineare in questo anno il tema del cammino vocazionale che ciascuno sta vivendo personalmente e che è inscindibile dal cammino comunitario e fraterno. Abbiamo rinnovato il nostro desiderio di accompagnare con gioia e sapienza questi giovani che il Signore ci affida e di farlo in comunione con tutta la nostra Chiesa diocesana in quella “docilità” allo Spirito Santo che è richiesta in primis ad ogni seminarista ma che vede anche noi educatori e preti pronti a rimetterci sempre in gioco con rinnovata fiducia.
Abbiamo poi presentato il calendario settimanale e annuale e richiamato il senso di alcune scelte, delle varie proposte e di alcune piccole novità. Quest’anno con i seminaristi vivremo proprio due esperienze, per così dire, di “pellegrinaggio”, certamente straordinarie ma che non vogliono essere per nulla estemporanee. La prima è la partecipazione, unendoci alla proposta della Diocesi, il prossimo 9 ottobre alla canonizzazione del Beato Giovanni Battista Scalabrini che fu un grande prete della nostra diocesi e per due anni rettore del seminario di Como, fu inoltre ottimo vescovo a Piacenza e infaticabile apostolo dei migranti. Davvero una gioia e un onore per tutti potere essere presenti a Roma il giorno che sarà proclamato santo.
La seconda proposta, dal 20 al 26 marzo 2023, sarà un pellegrinaggio in Terra Santa. Mi sembra una possibilità molto preziosa che vogliamo offrire ai nostri seminaristi per la loro formazione e per il loro cammino di vita. Andare nei luoghi santi dove la nostra fede ha avuto origine e dove Gesù, il Figlio di Dio, è nato ed è morto e risorto, è sempre una grazia particolarissima che va colta al meglio. Inoltre, questa iniziativa verrà estesa ai preti giovani della nostra diocesi e speriamo possano partecipavi in modo che ne possa uscire per tutti un’esperienza significativa di fraternità. Abbiamo poi il desiderio che possa essere presente il nostro caro vescovo Oscar che ha detto che farà di tutto per potere esserci in base anche ai suoi numerosi e gravosi impegni. Ho detto ai seminaristi che dobbiamo prepararci bene a questo pellegrinaggio sia dal punto di vista spirituale, capendo in profondità il senso di questo dono, sia dal punto di vista culturale, integrando al meglio gli studi biblici che già facciamo nella formazione teologica, e anche dal punto di vista organizzativo e materiale. Sarà infatti anche una spesa non poco onerosa dal punto di vista economico e dobbiamo ingegnarci a proporre iniziative per raccogliere fondi e risparmiare anche personalmente sua altri fronti nella certezza che la creatività dei seminaristi incontrerà oltre ad un sostegno delle loro famiglie la generosità delle parrocchie e di tanti amici.
Ci sarebbe ancora tanto da dire circa la vita del nostro seminario e ci saranno tante cose da raccontare nel corso di questo anno; speriamo di tenerci aggiornati anche attraverso la pagina mensile de “Il Settimanale”, il nostro sito internet e i canali social. Ma una cosa va forse detta subito: quanti siamo in seminario quest’anno? Una domanda interessante e per nulla scontata in questi tempi anche se, nel nostro campo, non dobbiamo farci “ossessionare” dai numeri.
Grazie a Dio siamo ancora un discreto numero per formare una buona comunità. In tutto saranno 22 ragazzi. Abbiamo accolto con gioia in prima teologia Davide e Francesco che ci hanno raggiunto dalla Propedeutica e accoglieremo a breve David, un altro giovane della nostra diocesi che, dopo aver per anni vissuto il seminario a Frosinone con il Movimento “Nuovi Orizzonti”, ora si unisce a noi. Vorrei inoltre ricordare don Alessio, don Tommaso, don Roberto e don Simone che sono appena stati ordinati diaconi e che stanno concludendo la loro formazione seminaristica e sono parte integrante della comunità pur svolgendo il servizio diaconale per metà settimana nelle parrocchie a cui sono stati inviati.
Certamente è qui l’occasione per invitare un’altra volta le parrocchie e tutti personalmente ad una più coraggiosa e fiduciosa preghiera per le vocazioni al ministero ordinato. Anche noi faremo la nostra parte: abbiamo stabilito un piccolo calendario in cui dal mese di novembre inviteremo ancora in seminario chi vorrà all’Adorazione Eucaristica mensile e ad altri momenti di preghiera, in piena comunione con tutte le altre proposte della nostra Chiesa diocesana.
Tutti insieme desideriamo che il seminario sia una proposta bella e impegnativa, “un itinerario di vita” significativo per i giovani che accompagniamo nel loro cammino vocazionale e desiderano prepararsi al meglio ad essere preti, “pastori secondo il Cuore di Gesù”.
Concludo con un augurio che prendo ancora dalle stupende parole del numero 42 della “Pastores Dabo Vobis”: «Vivere in seminario, scuola del Vangelo, significa vivere al seguito di Cristo come gli apostoli; è lasciarsi iniziare da lui al servizio del Padre e degli uomini, sotto la guida dello Spirito Santo; è lasciarsi configurare al Cristo buon Pastore per un migliore servizio sacerdotale nella Chiesa e nel mondo. Formarsi al sacerdozio significa abituarsi a dare una risposta personale alla questione fondamentale di Cristo: “Mi ami tu?”. La risposta per il futuro sacerdote non può essere che il dono totale della propria vita»
Avanti sempre con gioia!
don Alessandro Alberti , Rettore